2.8.07

___FORSE___

Chiara pensa. Pensa alle parole di un amico.
Forse dovrebbe solo pensare di meno. Forse il segreto per stare meglio è tutto lì.
Forse.
Secondo l’amico i forse andrebbero eliminati. E lei crede abbia ragione.
In fondo, la maggior parte dei problemi che le logorano la mente se li crea lei stessa. E proprio a causa di quei dannati forse.

Questa notte è nato Andrea. Davvero un bel bambino.
A Chiara fanno effetto i neonati. Fanno lavorare troppo il suo cervello. E non può non farle effetto la vista della cugina, per la quale nutre un affetto inspiegabile, che tra le braccia tiene la sua Creatura, sebbene non sia la sua prima Splendida Creatura.
Lei così dolce. Lei così ingenua. Lei così indifesa. Lei così bambina. Lei così… Chiara.
Lui così dolce. Lui così ingenuo. Lui così indifeso. Lui così bambino. Lui così… Paura.
Chiara ha paura.

Si sente gli occhi bagnati. Deve trattenersi. Tanto ormai è una professionista nel trattenere le lacrime. Nessun problema.
E li guarda insieme, così complici. Ma scosta lo sguardo dopo un attimo. Non ce la fa.
Un’infermiera maleducata la salva. Si tranquillizza.

Quanto amore nasconde quel bambino?
Chiara spera di saperlo, un giorno. O forse no…
La sua minutezza la spaventa e la affascina allo stesso tempo. I bambini sono un mistero, per lei.
E allora le augura in silenzio, tra un battito accelerato e un singhiozzo segreto, di vivere bene. Gli dà il benvenuto in questo mondo che a lei non piace. Questo mondo che è probabilmente la causa del suo temere.

Gli occhi della mamma esprimono una gioia immensa, incomprensibile per molti. Per Chiara. E la sua voce ricorda al piccolo tutti i problemi che hanno passato in quei nove mesi, tra la risata e la commozione. E vanno avanti così, come se esistessero solo loro due. Come se la vita d’un colpo fosse diventata perfetta e semplice. Basta un sorriso, basta uno sguardo che cela un legame profondo per toccare il cielo. Chiara lo sa. E’ quello che desidera ogni giorno.

Chiara s’immagina cresciuta. Chiara si vede su quel letto. Chiara crede che non si sentirà mai pronta. Lei che, solo ripensandoci, svuota il suo corpo di lacrime. E non smette più.
Finché il suono di un citofono non la riporta al presente.
Come odia questa vita banale.